Matt Zschokke e Adonis Rose: due sensibilità per il programma di JazzAscona

2021 | News

Un responsabile della programmazione nella persona di Matt Zschokke, con un braccio destro a New Orleans, rappresentato dal musicista Adonis Rose. Sono loro i nuovi punti di riferimento per la programmazione musicale di JazzAscona. Vediamo di conoscerli un po’ meglio.

Matt, avvicinatosi alla musica dall’età di 9 anni, si è diplomato in chitarra classica al Conservatorio della Svizzera Italiana. In seguito ha continuato gli studi ottenendo il diploma di concertista all’Ecole Normale Alfred Cortot di Parigi e ha frequentato la facoltà di musicologia dell’Università di Padova.

Professionalmente è stato attivo quale insegnante al Conservatoire de Montreux e al Conservatoire Populaire de Genève. Dal 2009, si occupa del progetto Mx3, un portale dedicato ai gruppi svizzeri di ogni genere che fa capo alla SRG-SSR in qualità di redattore musicale. In questo ambito ha avuto occasione di essere coinvolto regolarmente anche nell’organizzazione di musica dal vivo, quali la serie concertistica “8×15.” (iniziativa comune di SRF, RTS, RSI e RTR) o la presentazione di gruppi svizzeri al festival CMJ di New York in collaborazione con Swiss Live Talents. 

Da sempre interessato a diversi generi musicali, nonché alla contaminazione tra questi ultimi, Matt è attivo anche come musicista in varie formazioni, dal rock alla classica. 

Quando e come è cominciata la tua relazione con la musica ?

Matt: fin da piccolissimo, in quanto mio padre è sempre stato un grande appassionato di jazz e suonava il clarinetto.

Ma il vero punto di non ritorno è stato la prima volta che ho sentito “Abbey Road” dei Beatles. Mi ricordo che quella notte mi alzai di nascosto, misi le cuffie e riascoltai il disco 3 volte di fila…  la mia vita era cambiata, avevo nove anni.

Quali sono i tuoi ricordi più belli, dal punto di vista musicale ?

Matt: per fortuna sono tanti, ma ne citerei due in particolare. 

Con i Noxx, il primo gruppo “serio” in cui suonavo e cantavo, abbiamo avuto la fortuna di essere invitati ad esibirci al “feedback”, che negli anni novanta era uno dei grandi festival in Ticino… ed anche se eravamo solo il gruppo da spalla, in Piazza del Sole a Bellinzona c’erano 12’000 persone, è stata un’esperienza indimenticabile.

Anche l’ammissione all’École Normale de Musique di Parigi è stato un momento importante e che mi ha reso fiero, non solo perché i candidati erano tanti ed i posti pochissimi, ma soprattutto perché in quelle aule avevano suonato e insegnato alcuni dei miei idoli, come Nadia Boulanger, Astor Piazzolla o Pablo Casals.

Ok e a parte la musica, cos’altro ti piace fare?

Matt: mi piace molto cucinare… è un po’ una seconda passione, seguita a ruota da leggere e viaggiare.

Matt Zschokke
Matt Zschokke ©JazzAscona

 

A fungere da collegamento con la scena musicale di New Orleans – da sempre il principale punto di riferimento culturale del festival – e ad affiancare Matt nel lavoro di programmazione sarà Adonis Rose, musicista ben noto al pubblico di Ascona.

Batterista, compositore, produttore e direttore artistico della New Orleans Jazz Orchestra, Adonis lavorerà a stretto contatto con il team del festival per portare ad Ascona il meglio della musica di New Orleans, creando nel contempo anche opportunità di scambio culturale per i musicisti svizzeri a New Orleans. 

Adonis ha suonato e registrato con grandi nomi del jazz, tra cui Terence Blanchard, Betty Carter, Dianne Reeves, Marcus Roberts, Harry Connick, Jr. e Wynton Marsalis, esibendosi su alcuni dei palchi più rinomati del mondo, dalla Carnegie Hall all’Olympia di Parigi, dal North Sea Jazz Festival al Festival di Newport ed ha più di cinquanta registrazioni a suo credito. 

Nel 2010 ha vinto un Grammy Award con la New Orleans Jazz Orchestra come miglior grande ensemble e nel 2017, è stato nominato direttore artistico della New Orleans Jazz Orchestra e ha condotto l’orchestra di 18 elementi nella sua prima stagione di concerti nell’ottobre dello stesso anno, con la partecipazione di artisti di fama mondiale come Dee Dee Bridgewater.

Quando e come è cominciata la tua relazione con la musica ?

Adonis: sono nato e cresciuto a New Orleans in una famiglia di musicisti. Mio nonno era batterista, mio padre è batterista ed anche altri membri della mia famiglia sono musicisti. Ho iniziato a suonare la batteria sul portico di casa per gli amici a 4 anni.

Quali sono i tuoi ricordi più belli, da un punto di vista musicale ?

Ce ne sono così tanti! La registrazione di “Song for Donise”, il mio primo disco in qualità di leader, a vent’anni, è stato uno dei primi.

Anche unirmi al Nicholas Payton Quintet, al Jazz at Lincoln Center Orchestra e partire in tournée con Harry Connick Jr. sono stati tra i momenti più importanti della mia carriera, come vincere un Grammy Award con la New Orleans Jazz Orchestra e diventarne il direttore artistico.

Ok e a parte la musica, cos’altro ti piace fare?

Adonis: Amo l’arte, viaggiare ed il buon cinema. Certi dipinti, come anche visitare musei e viaggiare in luoghi storici sono cose che mi ispirano. Amo anche la mia famiglia e gli amici, sono persone che rendono la vita degna di essere vissuta e sono dei punti di riferimento per me.

Sono di New Orleans, quindi amo anche la buona cucina, magari con una buona vodka o una tequila. Essere un musicista è un privilegio, un regalo. Amo quello che faccio e portare gioia al pubblico in tutto il mondo è un grande onore di cui sono grato ogni volta che ho l’opportunità di esibirmi.

Adonis Rose

Adonis Rose ©JazzAscona

Torniamo alla musica presentandovi una playlist in cui Matt e Adonis hanno incluso alcuni brani che per loro sono particolarmente significativi.

Parlateci un po’ della vostra playlist…

Matt: è stato molto più difficile di quanto non pensassi inizialmente, perché non volendo renderla infinita, con Adonis ci siamo detti “al massimo 7 brani a testa, non di più!”.

Nel giro di pochi minuti però mi erano passati per la testa almeno una trentina di brani papabili… allora ho deciso di restringere la scelta solo agli artisti che ho visto dal vivo e che mi hanno particolarmente colpito in quel contesto.

Avendo vissuto diversi anni a Losanna, città che ha una posizione privilegiata, a metà strada tra Montreux e Nyon, sono stato assiduo frequentatore del Paléo e del Montreux Jazz per diversi anni (soprattutto prima che nascessero le mie figlie…), nonché di locali storici come il FRI-SON di Friborgo o l’Usine di Ginevra, dove ho avuto la fortuna di vedere alcuni artisti che mi hanno folgorato.

Tra l’altro mi scuso per il double featuring del duo Assad, ma a mia discolpa posso dire di averli visti tante volte in concerto (di cui una al Teatro Sociale di Bellinzona), tutte memorabili.

Adonis:The Classic Ellis Marsalis” è una delle registrazioni con la quale sono cresciuto.
Mio zio suonava il basso con Ellis e più tardi sono diventato anch’io un membro della sua formazione. Su questo disco suonano alcuni dei migliori musicisti di New Orleans, incluso il batterista James Black che è sempre stato uno dei miei preferiti. Ellis Marsalis è stato un mentore, influenzando molti dei moderni maestri del jazz di New Orleans.

Un’altra registrazione che ha cambiato la mia vita è “My Funny Valentine Live Concert” di Miles Davis con una formazione leggendaria e che sfidava lo status quo musicale del tempo. Miles ha avuto altri gruppi mitici, ma per me questo quintetto ha fatto fare al jazz un grande passo avanti, sia ritmicamente, che armonicamente e socialmente.

“Speak No Evil” è un’altra registrazione rivoluzionaria e Wayne Shorter senza dubbio uno dei musicisti più originali e prolifici di sempre.
A renderla potente è anche il line-up con Freddie Hubbard, Herbie Hancock, Ron Carter ed Elvin Jones alla batteria. Wayne e Freddie hanno avuto una grande intesa musicale, avendo già suonato assieme ad Art Blakey e i Jazz Messengers. Herbie e Ron facevano parte del quintetto di Miles Davis, metre Elvin Jones del quartetto di John Coltrane. La sezione ritmica è speciale e le composizioni sono magnifiche. Questo gruppo ha portato la creatività ad un livello spirituale, cosa che si percepisce meravigliosamente ascoltando la registrazione.

“Black Codes From the Underground” è un disco che ispirò me e tantissimi altri giovani musicisti della mia generazione. Si percepiscono numerosi elementi introdotti dai gruppi di jazz moderno degli anni sessanta e si tratta della formazione che diede inizio allo stile del « burnout ».
Wynton Marsalis era attorniato dai migliori giovani musicisti di quel periodo e questa registrazione documenta l’importanza del loro contributo, ascoltandolo ho capito di voler diventare un musicista jazz.

Il quintetto di Terence Blanchard e Donald Harrison era attivo nello stesso periodo in cui Wynton Marsalis registrò Black Codes. Black Pearl è una registrazione leggendaria e molto interessante dal punto di vista compositivo. Amo ascoltare il suono del vibrafono e questo è uno di quei dischi che riesce a farti immergere nell’atmosfera della sua musica dall’inizio alla fine.

Herbie Hancock è sempre stato il mio pianista preferito e dopo aver ascoltato “Sunlight” l’ho apprezzato ancor di più anche in qualità di compositore e produttore. Ogni brano e groove di questa registrazione racconta una storia e anche l’uso che Herbie fa del vocoder è rivoluzionario. Un gioiello senza tempo.

“A Love Supreme” è un capolavoro, nonché una delle più grandi registrazioni di tutti i tempi. Si tratta di una suite spirituale di quattro pezzi che inizia con un canto e finisce con un salmo. Una delle performance di gruppo più potenti che io abbia mai sentito.

 

 

E poi, finalmente, si sono incontrati…