Scott Kinsey, un omaggio a Zawinul e ai Weather Report

2022 | Intervista

«Le cose si muovono molto velocemente e tutti sono sempre pronti a fare la cosa successiva. Che spesso è solo nuova, ma non migliore.» Scott Kinsey

Iniziamo delle origini. Ci piacerebbe sapere dove è cresciuto e cosa l’ha spinta a interessarti alla musica.

Sono cresciuto a Owosso, nel Michigan, ed entrambi i miei genitori erano molto musicali. Mia madre era laureata in musica al college e mio padre era un personaggio radiofonico, ma suonava anche le tastiere. Non è stato un caso che mi sia avvicinato alla musica!


Come si è evoluto il suo sound nel tempo; cosa ha fatto per trovarlo e svilupparlo?

Sono sempre interessato a tutto ciò che mi è nuovo. Credo che essere interessati e curiosi sia la chiave. La curiosità ti porta ad ascoltare molto.
Per quanto riguarda gli strumenti, credo che mio padre abbia influenzato i miei inizi. Portava sempre a casa gli strumenti più recenti e io potevo divertirmi con quelli. La cosa che preferisco del sintetizzatore è il mistero. Che cos’è? Che suono può avere? L’idea di nuovi suoni mai sentiti mi affascinava. Per molto tempo non ho avuto accesso a un sintetizzatore, quindi mi limitavo a guardare le pubblicità sulla rivista Keyboard Magazine e a sognare come potessero suonare. Credo che questo abbia rafforzato la mia immaginazione.

 

Scott Kinsey Group

Cosa ci può dire del concerto che presenterà a JazzAscona il 28 giugno? Che cosa l’ha spinta a fare questo tributo a Joe Zawinul?

Il mio amore per la musica di Joe. Lui era un genio e non c’è modo di dimenticare l’incredibile interazione e giocosità che lui e Wayne Shorter ci hanno regalato. Ma in questo mondo, le cose si muovono molto velocemente e tutti sono sempre pronti a fare la cosa successiva. Che spesso è solo nuova, ma non migliore. Il genio può essere facilmente trascurato. Così ho deciso di ricordare a tutti la musica di Joe e di assicurarmi che lo spirito della sua musica rimanga vivo. Questo spirito, per molti versi, è l’elemento chiave.
Nella mia musica, l’amore per tutto ciò che è Zawinul è sempre presente. Così come nella musica di Joe era sempre presente l’amore per la musica di Ellington.

Il gruppo che ho messo insieme per il concerto di Ascona (con il virtuoso del basso Hadrien Feraud, il percussionista Arto Tuncboyaciyan, che ha lavorato con Joe, il batterista Gergo Borlai e la vocalist Mer Sal) è composto da musicisti che comprendono veramente il linguaggio Zawinul, o «Luniwaz», come lo chiamo io. Suoneremo diversi brani di Joe, sia degli anni dei Weather Report che dei Syndicate, e un paio di brani scritti da me.

 

Può parlarci del suo rapporto con Joe Zawinul? Com’è stato lavorare a così stretto contatto e scambiare idee musicali con lui?

Joe e io siamo diventati buoni amici, poco a poco, nel corso degli anni e non è passato molto tempo prima che mi chiedesse assistenza in studio. Ho trascorso circa 103 giorni ad aiutare a produrre Faces & Places con lui e spesso mi chiedeva consulenze su vari progetti. Ho anche masterizzato il suo album in duo con Friedrich Gulda, Two Pianos.
È stato curioso il modo in cui ci siamo conosciuti. Il mio amico Jim Goetsch sapeva che volevo conoscere Joe, così un anno mi ha invitato ad aiutarlo a decorare l’albero di Natale… e il resto si è sviluppato col tempo. Lavorare con Joe è stato surreale. E anche stare vicino alla sua famiglia è stato molto divertente: ogni volta che lasciavo la loro casa mi sentivo così carico di energia.

Scott Kinsey Group JazzAscona 2022

Il suo nuovo album Adjustments è una collaborazione con la cantante Mer Sal, che sarà al suo fianco anche ad Ascona. Come è nata questa collaborazione?

Mer e io ci siamo conosciuti in studio, durante una sessione che stavo co-producendo con Jimmy Haslip. Lui mi disse che voleva coinvolgere una cantante del Colorado con cui aveva lavorato e mi ricordo che pensai: «Ma perché?». (Ride, N.d.R.) Ma Jimmy disse: «Fidati di me». Così ho fatto, scoprendo che Mer Sal è una cantante, e bassista per giunta, di grande talento. Adesso lavoriamo spesso insieme e ne sono grato. Riesce a cantare qualsiasi cosa.

Guardando avanti, ha qualche progetto in cantiere?

Sì, il mio prossimo disco solista è quasi finito. Partecipano Hadrien Feraud, Gary Novak, Cyril Atef, Mer Sal, Pedro Martins, Arto Tuncboyaciyan e molti altri straordinari musicisti. E sto per iniziare un nuovo disco con il mio buon amico Danny Carey (batterista dei Tool) e Michael Landau (chitarrista). Quindi c’è molto da aspettarsi!